È uscito di recente il report sul sondaggio promosso annualmente dal magazine tedesco Enduro Mountain Bike Magazine. Un sito estremamente autorevole e a mio avviso il migliore nel modo di porre tematiche, recensioni, test prodotto ecc. nel mondo della MTB e del ciclismo in generale.
Oltre al capire nella mentalità collettiva quali siano i migliori marchi di mountainbike o quale sia il gruppo trasmissione preferito dai lettori, quello su cui vorrei riflettere sta proprio all’inizio del report. Quello che mi colpisce ogni anno, ma stavolta in maniera particolare, riguarda la dimensione demografica degli intervistati. I risultati infatti riportano all’inizio dell’articolo una fotografia dell’utenza tipica della disciplina e fornisce dati interessanti e, a mio avviso, spiazzanti. Emerge che la maggior parte dei lettori viene dalla Germania con un solido 45%, seguono staccati Stati Uniti con il 7%, Austria 7%, Gran Bretagna 6% e Svizzera 6%. Tutte le altre nazioni (Italia compresa) in percentuale minore. Questo può essere viziato dalla sede e diffusione naturale della testata, ma al fine della mia riflessione poco importa. L’età media si attesta sui 40 anni (39,9 per la precisione), con bikers che hanno un’esperienza di MTB di 15 anni in media e che percorrono (sempre in media) più di 2000 km all’anno. Perciò parliamo di una base affidabile che conosce la materia e possiamo assolutamente prendere per attendibili le valutazioni degli intervistati.
Dopo questa bella premessa arriviamo al dunque: nell’intervista veniva chiesto anche il reddito familiare netto annuo. Bene, sai a quanto ammonta il valore medio? 74000 euro. Settantaquattro mila euro. Si hai letto bene caro ciclista italiano medio, nel Nord Europa hanno stipendi spaventosamente più alti di noi.

Storia nota dirai. Certo, ma prova riflettere un momento applicando al nostro mondo questo dato. Stiamo sempre a leggere di infinite diatribe sui prezzi di bici che costano come una Panda e di entry level con componenti da mercatone con prezzi sopra i 4.500€ (come racconto nel mio articolo). Poi vai 3 giorni a Finale Ligure o a Massa Marittima dove trovi orde di tedeschi in sella a pezzi da vetrina che valgono dai 6000 euro in su. Finiture Kashima ovunque, ammortizzatori a molla di tutti i tipi e colori, carbonio da tutte le parti e componenti e mezzi che non mi potrò mai lontanamente permettere. Con questi numeri tutto è molto più chiaro; con entrate medie di questo tipo telai S-Works o Yeti sono sicuramente abbordabili ed ecco che i prezzi di listino dei marchi cominciano ad avere senso.
Purtroppo i prezzi applicati al vecchio continente sono in buona parte uniformi con piccole variazioni sul totale, quello che varia di molto è che noi siamo decisamente più poveri rispetto alle altre nazioni dell’Eurozona. Perciò quello che dovrebbe farci incazzare è quanto speculazione e stipendi bassi ci facciano restare tra le nazioni più povere dell’Europa e nonostante tutto i listini non vengono adattati alle nostre tasche. Questo ci costringe, me compreso, sempre a ricorrere a bici di al massimo media gamma o sacrifici enormi per togliersi uno sfizio nella vita.
Perciò caro amico, le MTB sono si molto care, ma lo sono di più per noi poveracci del Bel Paese.