Ho visto l’altro giorno il video di MTB Mag del test della Lux versione “downcontry”, concetto sul quale ho già espresso il mio parere, puoi leggerlo qui.
Uno dei focus del test è stato sul comando al manubrio per la gestione delle tre posizioni di ammortizzatore e forcella unito al comando remoto del reggisella telescopico. Da possessore di una Spark conosco bene questo tipo di comando perché Scott propone il suo Twinloc da diversi anni ormai.
Oltre alle critiche a mio avviso insensate al comando del reggisella, ma ne parleremo in un’altra occasione, ho visto poi il successivo video in cui veniva eliminato il comando in favore del TwistLock di Sram per riportare in posizione classica il comando del telescopico, a scapito però della posizione intermedia di ammortizzatore e forcella. Sacrificare quindi la posizione intermedia è stato giudicato trascurabile in favore di una posizione più ergonomica del comando remoto del telescopico.
Tralascio il discorso del “manubrio pulito” che è una cosa che mi ha sempre fatto molto ridere, e riporto l’attenzione su questa famosa posizione intermedia o trail o pedal per declinarla secondo alcune definizioni date dai produttori.
Nel video di MTB Mag nello specifico viene definita inutile in quanto la bici da XC unita alle geometrie rigide permetterebbero di tenere tutto aperto in qualsiasi condizione senza avere il fastidioso e dispendioso effetto bobbing.
Dalla mia esperienza posso dire invece che la posizione intermedia è quella che uso per il 70% del tempo in sella alla mia Spark per una serie di motivi, primo di tutti grazie proprio al Twinloc attivarla è istantaneo quindi senza togliere le mani da manubrio ho la modifica della compressione di ammortizzatore e forca in un clic: nel mio caso da 120 passa a 85 mm. Ma qual è il vantaggio? Una sola parola: grip. Questa posizione a mio avviso è perfetta in praticamente tutte le situazioni di salita e pianura nel fuoristrada.
Il reparto sospensioni ha quel minimo di corsa che basta per eliminare assolutamente il bobbing, ma allo stesso tempo riesce ad assorbire le varie asperità mantenendo le ruote piantate a terra senza compromettere l’efficienza di pedalata. È chiaro che il discorso regge se abbiamo bene in mente cosa sia una mountain bike da cross country o downcountry per dirla in termini moderni. Se affronti solo stradoni battuti o risali solo su asfalto per poi scendere su sentiero è chiaro che 2 posizioni siano più che sufficienti.
Ma se come me usi l’mtb come credo vada usata, cioè su sentiero anche in piana e a salire allora l’intermedia sarà tua grande amica. In salita qualcuno pensa sia più proficuo usare il blocco completo ma su terreni accidentati, oltre a far partire le otturazioni, si rischia di danneggiare le varie tenute delle sospensioni compromettendo il funzionamento dei componenti, oltre alla perdita di grip e scorrevolezza.
Perciò lunga vita alla posizione intermedia delle sospensioni unita ai sistemi di sblocco integrati al comando del telescopico.
One thought on “Elogio della posizione trail delle sospensioni”
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